Prabuddha Das Gupta è un fotografo autodidatta cresciuto nel caos culturale dell'India post-coloniale.
Nel 1996 Prabuddha Das Gupta ha infranto un tabù pubblicando ‘Women’ (Viking Books), una controversa raccolta di ritratti e nudi di donne indiane in contesto urbano. Con questo gesto, ha restituito al nudo il suo giusto posto nella cultura indiana, dopo duecento anni di moralità vittoriana imposta dai colonialisti britannici che avevano quasi completamente cancellato la sessualità dall'espressione artistica … e questo nella patria natale del Kamasutra.
Nel decennio successivo, Das Gupta ha portato avanti una serie di progetti fotografici mantenendosi impunemente a cavallo tra i due mondi dell'opera artistica e del lavoro commissionato, apportando a entrambi la propria audace e personalissima sensibilità che gli ha consentito di assurgere in breve tempo al rango di fotografo di maggior talento del paese.
Le opere di Das Gupta sono state esposte a livello internazionale, in mostre individuali e collettive, e pubblicate in riviste indiane, francesi, inglesi, italiane e americane.
Il suo secondo libro ‘Ladakh’ (Viking Books), sua personale esplorazione della regione di frontiera più selvaggia dell'India, è stato pubblicato nel 2000. Le sue opere corredano diversi libri e pubblicazioni tra cui ‘Nudi’ (Motta Editore, Milano) e ‘India Now–New Photographic Visions’ (Textuel, Parigi). E' stato insignito anche di molti premi e riconoscimenti, compreso il premio Yves Saint Laurent per la fotografia nel 1991. Le sue opere arricchiscono le collezioni di molti privati e istituzioni, come il Museo Ken Damy di Brescia e la Galleria Carla Sozzani di Milano.
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